ANVUR’s complicated relationship with the COARA agreement

07.11.2023

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AISA: Taking all the running one can do, to keep in the same place: ANVUR’s complicated relationship with the COARA agreement

AISA: ANVUR e COARA: una relazione complicata

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“Why did ANVUR sign the COARA agreement but failed to fulfill its commitments?
The ANVUR employees could justify themselves by saying that they are obliged to follow the orders of the Ministry according to the Italian laws and administrative regulations in force. Yet, if this is the case, why did they sign an agreement that they have no authority to apply? Why does an ANVUR official sit on the COARA steering board? In what capacity does the ANVUR participate in the meetings of the Italian National Chapter?
On the other hand, if the ANVUR has at least some power to break the bureaucratic chains that imprison Italian research, why has it not used that power? Did it sign the agreement from the beginning with the hidden intention of changing things only to keep them the same?
In any case, whether the agency does not respect its signature because it cannot or because it does not want to, two questions are hard to avoid. Is its participation in the steering board and in the Italian national chapter still compatible with the COARA agreement? And how can COARA ensure that its members honor their commitments if they seem unable or unwilling to do so?”

“La valutazione della ricerca in Italia è amministrativa e centralizzata nelle mani dell’ANVUR, agenzia i cui vertici sono di nomina governativa, sotto il controllo regolamentare del ministero dell’università e della ricerca (MUR). Questa valutazione di stato ricorre capillarmente alla bibliometria, vale a dire a computazioni basate sul numero di pubblicazioni e citazioni come riportato da due database oligopolistici e proprietari, Scopus e Clarivate Analytics (ISI), o come calcolato in base a liste tramite le quali l’ANVUR stabilisce, per via amministrativa, sia la scientificità sia l’eccellenza delle riviste.

Ciò nonostante l’agenzia ha aderito a COARA, coalizione promossa dall’Unione Europea alla scopo di superare una valutazione esclusivamente bibliometrica, di riconoscere la molteplicità delle espressioni della ricerca e di incentrarla sulle pratiche della scienza aperta.

Finora, però, l’ANVUR non ha onorato la sua firma: ha negato la scientificità di Open Research Europe, piattaforma che la Commissione europea mette a disposizione dei partecipanti di progetti di ricerca a finanziamento comunitario per pubblicare ad accesso e con revisione paritaria aperti e ha emanato un bando per il prossimo esercizio nazionale della valutazione di stato (VQR 2020-2024) nel quale non solo l’accesso aperto è un requisito facilmente eludibile, ma sarà possibile continuare a impiegare la bibliometria, purché corredata di qualche frasetta qualitativa. La bibliometria viene inoltre usata per determinare la candidabilità dei valutatori, e rimane un requisito perentorio per commissari e candidati che desiderano concorrere all’Abilitazione scientifica nazionale, la quale conferisce un titolo indispensabile per aspirare a diventare professori.

Perché l’ANVUR non rispetta gli impegni europei che ha formalmente sottoscritto? Delle due l’una: o perché non può, essendo agli ordini del MUR, o perché non vuole, avendo avuto fin dall’inizio la recondita intenzione di paralizzare un processo che ne mette a repentaglio l’autorità, che è amministrativa e bibliometrica ma non scientifica. In ogni caso, però, è inevitabile chiedersi (1) a che titolo l’ANVUR continui a partecipare a COARA e al suo capitolo nazionale italiano, pur violandone costantemente l’accordo e (2) se e come COARA sia in grado di assicurare che i suoi aderenti mantengano le promesse in esso contenute”.