Sul sito dell’AISA è reperibile, dal 6 settembre 2020, l’annuncio della creazione di una nuova casa editrice ad accesso aperto UNICApress dell’Università di Cagliari.
Qui di seguito un estratto dell’annuncio.
“Attiva dal novembre 2019, UNICApress pubblica e distribuisce ad accesso aperto opere scaturite dalla ricerca e dalla didattica condotte nell’ateneo, o su temi d’interesse per l’Università degli Studi di Cagliari o per la Sardegna. L’open access è una scelta culturale e politica strategica, che non solo consente la massima diffusione delle opere pubblicate, ma applica il principio della conoscenza come bene comune che l’ateneo, da tempo, abbraccia e promuove“
Il libro contiene un capitolo scritto a quattro mani da Giovanni Pascuzzi e Roberto Caso e intitolato “Il diritto d’autore dell’era digitale”. Si tratta dell’aggiornamento dell’edizione del 2016.
La Commissione Open Access dell’Università Statale di Milano ha pubblicato sul proprio sito web e poi rimosso una nota fortemente critica sulla proposta di contratto trasformativo denominata Compact Springer e negoziata a livello italiano dal gruppo CARE della CRUI.
L’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta (AISA) ha pubblicato il 13 luglio 2020 un comunicato sui c.d. “contratti trasformativi”.
I contratti trasformativi comportano molti effetti negativi. Qui di seguito un breve estratto del comunicato nel quale l’AISA formula precise richieste alle istituzioni che hanno il potere decisionale in materia. L’AISA auspica che si adottino le seguenti contromisure, in ordine decrescente di difficoltà:
mettere in discussione i criteri che comportano l’uso della bibliometria e la dipendenza da database – Scopus e Clarivate Analytics – in mano a multinazionali private il cui scopo è il lucro;
rendere pubblica il più precocemente possibile la proposta di contratto su cui si sta negoziando;
rendere pubblici i contratti conclusi: gli accordi di riservatezza, infatti, sono un vantaggio per chi vende e non certo per chi compra;
non chiedere ai singoli delegati l’adesione su una mera proposta economica, ma sul contratto vero e proprio, che va loro mostrato perché sia condiviso all’interno dell’ente di appartenenza all’inizio e non alla fine della procedura.
Roberto Caso presenta il proprio La rivoluzione incompiuta. La scienza aperta tra diritto d’autore e proprietà intellettuale (Milano: Ledizioni, 2020), in dialogo con Federica Cappelluti e Sergio Pace del Politecnico di Torino
L’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta è stata ascoltata in audizione informale dalla XIV Commissione permanente del Senato a margine dei lavori sull’attuazione della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale.
“Il legislatore italiano è di fronte a un bivio. Attuare la direttiva consegnando il governo del diritto d’autore alle sole forze del mercato – di un mercato non libero perché controllato da oligopoli di fatto e monopoli di diritto –, o restituire allo Stato il suo ruolo storico di custode dell’interesse pubblico che si traduce nel bilanciamento tra esclusiva e accesso pubblico.
Alla
luce di quanto fin qui rilevato, l’AISA indirizza al legislatore italiano le
seguenti considerazioni:
a)
l’attuazione della direttiva (UE) 2019/790 va vista in connessione con altre
proposte di modifica della legge sul diritto d’autore che pendono in Parlamento.
Per quel che attiene alla scienza aperta va ricordato che pende davanti al
Senato il DDL 1146, Modifiche all’articolo 4 del decreto-legge 8 agosto 2013,
n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112,
nonché introduzione dell’articolo 42-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, in
materia di accesso aperto all’informazione scientifica (c.d. Proposta Gallo); i
lavori su questo importante intervento legislativo, che tra le altre cose
prevede l’introduzione nella legge 22 aprile 1941, n. 633 di un nuovo art.
42-bis volto a conferire all’autore di opere scientifiche un diritto
inalienabile e irrinunciabile di ripubblicazione in accesso aperto, si sono
inspiegabilmente arrestati da molti mesi; l’AISA auspica la ripresa dei lavori
e la rapida approvazione del DDL 1146 nell’attuale formulazione che allineerebbe l’Italia alla legislazione
già in vigore in Germania, Paesi Bassi, Francia e Belgio;
b) le
politiche di sussidi finanziari a favore degli editori nonché della filiera del
libro e della carta stampata devono essere viste come alternative e non
complementari al rafforzamento delle esclusive del diritto d’autore e dei
diritti connessi; in altri termini, se si sceglie l’opzione politica dei sussidi
occorre bilanciare la posizione dei titolari dei diritti di esclusiva estendendo
i diritti degli utenti in modo da non
far loro pagare di nuovo quanto hanno già finanziato con le loro imposte;
c) gli spazi di manovra lasciati al legislatore italiano dalla direttiva (UE) 2019/790 dovrebbero essere sfruttati per garantire nel modo più ampio possibile la libertà di espressione del pensiero e di informazione, nonché la libertà scientifica e didattica. A questo fine, nella legge delega dovrebbe essere data prevalenza ai seguenti princìpi: evitare che il nuovo diritto sulle pubblicazioni giornalistiche previsto dall’articolo 15 comprima i diritti di scienziati e accademici nonché di ricercatori indipendenti; limitare gli effetti negativi della nuova responsabilità dei prestatori di servizi di condivisione di contenuti online prevista dall’articolo 17, impedendo che vengano applicate tecnologie di filtraggio automatico dei contenuti caricati dagli utenti e preservando i diritti e le libertà fondamentali degli utenti compresa la protezione dei dati personali; attuare le eccezioni e limitazioni disciplinate dagli articoli 3 (Estrazione di testo e di dati per scopi di ricerca scientifica), 5 (Utilizzo di opere e altri materiali in attività didattiche digitali e transfrontaliere), 6 (Conservazione del patrimonio culturale), 7 (Disposizioni comuni), 8 (Utilizzo di opere fuori commercio e di altri materiali da parte di istituti di tutela del patrimonio culturale), paragrafo 2, 14 (Opere delle arti visive di dominio pubblico) della direttiva (UE) 2019/790 in modo che agli utenti siano assicurate le più estese libertà possibili; sfruttare pienamente il margine di manovra concesso dall’articolo 25 (Relazione con eccezioni e limitazioni previste da altre direttive) della direttiva 2019/790 che consente agli Stati membri di adottare o mantenere in vigore disposizioni più ampie, compatibili con le eccezioni e limitazioni di cui alle direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, per gli utilizzi o gli ambiti oggetto delle eccezioni o delle limitazioni di cui alla stessa direttiva (UE) 2019/790. In questa prospettiva, si allegano – v. allegato A) – a questo testo alcune proposte, evidenziate in giallo, di modifica all’art. 9 del DDL in discussione”.
L’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta (AISA) su Open Science ed emergenza COVID-19: occorre riformare le leggi sui diritti di proprietà intellettuale e il sistema di valutazione della ricerca e dell’università. Serve ora e per il futuro.